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Giuseppe Mascarello: la leggerezza del Barolo

Giuseppe Mascarello

Se il Barolo è spesso descritto come un vino austero, robusto, da lungo invecchiamento, stappando una bottiglia di Giuseppe Mascarello si rimane affascinati dalle note eleganti di frutti rossi, ciliegia e spezie, dal floreale e da una complessità “leggera” anche nei vini più profondi, coniugando freschezza e piacevolezza anche in giovane età.

La storia

La famiglia Mascarello si occupa di viticoltura da oltre un secolo e mezzo, dapprima come coloni della marchesa Giulia Colbert Faletti di Barolo, nella conduzione della Cascina Manescotto in Comune di La Morra. Quindi, nel 1881, in proprio, quando il vignaiolo Giuseppe Mascarello iniziò l’attività della famiglia nel Comune di Monforte d’Alba, acquistando un appezzamento in regione Pian della Polvere.

L’attuale generazione è guidata da Mauro Mascarello (oggi con l’aiuto del figlio Giuseppe),  che dapprima ha affiancato in cantina il padre per molti anni, poi, nel 1967 ha assunto la responsabilità della conduzione della cantina di Monchiero facendosi carico in quell’anno della prima vinificazione. Dalla vendemmia 1968 alla vendemmia 1977 ha sperimentato diversi sistemi di vinificazione, più o meno lunghe o più brevi, differenti intensità di follature e di rimontaggi, con risultati non sempre soddisfacenti. Concluso il ciclo d’esperimenti, è tornato, alla vinificazione tradizionale lunga, apportando però dei sostanziali cambiamenti, come la riduzione dei tempi di macerazione fino a trenta giorni, dagli anni Ottanta. Nel 1970 Mauro ha iniziato la vinificazione in selezione dell’uva proveniente da ogni singolo vigneto, in primis il Nebbiolo del vigneto Monprivato e, quindi, quella degli altri vigneti.

La filosofia Mascarello

L’azienda agricola Giuseppe Mascarello e Figlio continua da sempre la conduzione dei vigneti con immutata filosofia: esecuzione delle tecniche da sempre praticate per ottenere l’alta qualità della “materia prima uva” sotto ogni punto di vista: ideale condizione di maturazione dell’uva; perfetta sanità del grappolo; grande concentrazione nel grappolo dei suoi elementi costitutivi.

Per ottenere i migliori risultati, da decenni la famiglia Mascarello si impose una serie di regole e di auto-limitazioni, quali:

  • potatura secca invernale molto corta, da sei a nove gemme, a seconda della vigoria della singola pianta;
  • eliminazione primaverile dei grappoli non perfetti;
  • diradamento estivo dell’uva in esubero rispetto alla capacità della singola pianta di condurre a perfetta maturazione ogni grappolo;
  • produzione di uva non superiore a 60/65 quintali per ettaro;
  • raccolta manuale dell’uva, con cernita e drastica pulizia effettuata già in vigna, eliminando, acino per acino, quelli non perfetti.

Inoltre, si impose da lungo tempo anche le seguenti regole, a salvaguardia dell’ambiente e dei terreni che ospitano i vigneti:

  • estrema limitazione del numero dei trattamenti con fitofarmaci ed esecuzione di interventi integrati, cioè solo quando sono indispensabili;
  • rifiuto di utilizzare prodotti diserbanti e disseccanti per l’eliminazione delle erbe che infestano i vigneti, ed utilizzo esclusivo di mezzi meccanici, integrati dalla zappatura manuale;
  • utilizzo di fertilizzanti, ridotto al minimo indispensabile ed unicamente allo scopo di reintegrare il fabbisogno già assorbito dalla pianta, che, non essendo sollecitata a produrre la quantità, ha un ridotto consumo d’elementi;
  • concimazione delle viti solo quando la pianta ne ha necessità, privilegiando concimi naturali di origine organica, come stallatico di allevamenti conosciuti e di fiducia, ed humus.

Nella realtà, la produzione annua d’uva dell’azienda agricola ammonta, secondo l’annata, a 50/60 Q.li/Ha., corrispondenti a 35/42 ettolitri/ettaro all’atto della svinatura ed a 1200-1500 grammi per ceppo, con la densità d’impianto di 4000 ceppi/ettaro, contro gli 80 Q.li/Ha previsti dal disciplinare di produzione della Docg Barolo.

I vini

La produzione di vini di alto pregio dell’azienda agricola Giuseppe Mascarello comprende, oltre al Barolo Monprivato, anche i Barolo Bricco, Villero e Codana (dai vigneti in Castiglione Falletto), Santo Stefano di Perno (da vigneti in Monforte d’Alba).

Completano la gamma i Barbera d’Alba Codana, Santo Stefano di Perno e Santo Stefano Scudetto; i Dolcetto d’Alba Bricco e Santo Stefano; la Freisa Langhe Toetto, il Nebbiolo Langhe, il Nebbiolo d’Alba San Rocco ed il Langhe rosso. L’uva di ogni singolo vigneto viene vinificata separatamente, pratica che consente di ottenere vini con caratteristiche peculiari, differenti da vigna a vigna, e d’alto pregio. Sull’etichetta di ogni vino figura l’indicazione del vigneto e del Comune di provenienza.

Le cure artigianali dedicate ai vigneti, alla vinificazione e all’affinamento in grandi botti di rovere di Slavonia rispecchiano e rispettano la tradizione ed il lavoro di quattro generazioni di vignaioli, e si pongono come elemento di continuità culturale con il passato.

Gran parte della produzione viene attualmente esportata in tutto il mondo, dagli Stati Uniti alla Svizzera, alla Germania, Gran Bretagna, Austria, Canada, Belgio, Danimarca, Norvegia, Giappone. E, naturalmente da Gino Frutta&Bistrot!