SPEDIZIONI VELOCI in 24 ore dall'ordine - CONSEGNA GRATUITA per ordini sopra 69 €
Marketplace Vini

Conoscete la storia dell’Amarone?

Appassimento

La Valpolicella ha una lunghissima storia nella produzione del vino. Già nel XIX secolo era diffusa la pratica dell’appassimento delle uve, per dare vita al Recioto. Dopo le crisi della fillossera prima e delle due Guerre mondiali poi, è negli anni Cinquanta che la Valpolicella e i suoi vini raggiungono un nuovo assetto.

Quando è nato l’Amarone?

La tradizione fa risalire la nascita dell’Amarone al ritrovamento, nel 1936, di una botte di recioto dimenticata in un angolo della Cantina Sociale della Valpolicella. Assaggiando il Recioto Amaro dalla botte, il cantiniere di allora avrebbe esclamato che quello non era un Amaro, bensì “un Amarone”. Da qui avrebbe preso il nome questo vino che è ormai riconosciuto come uno dei rossi più prestigiosi in Italia.

In realtà la storia è meno romantica e più pratica. In passato, molto del recioto “dolce” diveniva secco perché la fermentazione non si arrestava al momento giusto e, quindi, il vino diventava più amaro, mentre fino agli anni ’50 i palati erano abituati a un gusto del vino più abboccato. Per cui, di questo Recioto non dolce restavano grandi quantità nelle cantine.

I fratelli Bertani provarono a usare questo recioto non dolce per produrre un vino che potesse in qualche modo assomigliare al Nebbiolo. Si rivolserso all’Università di Asti per assisterli nel progetto, che portà a capire che questo vino, migliorato nel residuo zuccherino e nell’acidità, poteva fornire sensazioni uniche, sebbene diverse da quelle del Nebbiolo. Tutto fino a quando, durante un evento a New York, fu aperta una bottiglia di questo vino e si scoprì che nel tempo era diventato un vino meraviglioso, dalla grande struttura e dall’enorme potenzialità di invecchiamento.

Come è prodotto l’Amarone

Il primo disciplinare di produzione del vino Valpolicella e del Recioto della Valpolicella è del 1968 e distingue la zona “classica”, la Valpolicella storica, dalla Valpantena e dalle altre valli. Il secondo disciplinare dei vini Valpolicella nasce nel 1976 e introduce la produzione di Recioto della Valpolicella nel tipo asciutto, che poteva portare la qualifica “Amarone”. Nel 2010 arriva la Docg per l’Amarone della Valpolicella, trascinata dal successo quasi inarrestabile, soprattutto all’estero.

Molte le novità introdotte dal terzo disciplinare di produzione dei vini Valpolicella. L’uso possibile del Corvinone in sostituzione della Corvina, il numero minimo di ceppi per ettaro (3.300), la percentuale massima (65%) di uve da mettere a riposo per produrre Amarone, lasciando le rimanenti per Valpolicella e Ripasso, la resa massima delle uve in vino Amarone al 40% e il titolo alcolometrico volumico naturale di almeno 14 vol.; infine l’immissione al consumo almeno a due anni dall’1 gennaio successivo all’annata di produzione delle uve.

I nostri consigli

Veniteci a trovare in Enoteca o sfogliate le nostre offerte sull’e-commerce di Gino Frutta&Bistrot per cercare anche altre etichette di Amarone, Valpolicella o Ripasso.