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Massetino: un “secondo vino” secondo a nessuno

Masseto

Sul versante di una collina nei pressi di Bolgheri, un piccolo villaggio della costa Toscana affacciato sul Mar Tirreno, sorge un vigneto magico. Qui si produce un vino nato quasi per caso. A lungo inutilizzato, il potenziale di questo pendio fu intuito solo negli anni Ottanta, quando, a dispetto di ogni pronostico, consiglio e tradizione locale, vennero impiantate le prime viti. Nei decenni successivi, il vigneto ha svelato molti dei suoi segreti, ma ne restano altrettanti da scoprire.

All’inizio degli anni ‘80 furono piantate le prime viti sui terreni argillosi esposti ad ovest della collina di Masseto. Gli studi geologici suggerivano che poteva essere un sito speciale. Fin dalla prima vendemmia la personalità unica dei vini di questo vigneto, piantato lungo una vena di argilla blu del Pliocene, fu evidente a tutti. Da quei primi momenti sono ormai passati più di 30 anni.

In principio fu la Tenuta dell’Ornellaia a produrre il Masseto. Oggi Masseto è una tenuta a sé stante e un progetto autonomo. Il luogo che lo simboleggia è minimale quanto raffinato, una cantina al centro dei 13 ettari di vigneto (per 33.000 bottiglie complessive) da cui storicamente nasce uno dei vini iconici italiani.

Il Masseto

Il Masseto deve il suo nome ai duri blocchi di argilla blu, detti ‘massi’, che si formano sulla superficie del vigneto. Un luogo in cui ha prevalso l’intuizione, dove nessuno poteva essere certo del successo del fragile Merlot, anche se la presenza delle argille blu del Pliocene suggeriva la possibilità di riuscita.

La produzione di Masseto è un gioco di equilibrio. I terreni argillosi presentano infatti alcune contraddizioni: una capacità di immagazzinare grandi quantità di acqua e di rilasciarla molto gradualmente; un terreno che è freddo e umido negli anni piovosi ma che diventa duro come la roccia nelle estati calde, creando una barriera fisica per le radici che lottano per scendere in profondità nel sottosuolo; un terreno in cui, con una bassa densità di impianto,
si raggiunge un livello di vigore che ci si aspetterebbe normalmente da un vigneto ad alta densità.

Le viti di Masseto sembrano lottare costantemente con gli elementi, ma in qualche modo sempre in grado di resistere e produrre frutti dalla concentrazione e dal sapore incredibili. Una rara combinazione di vigorosa maturazione e sontuosa concentrazione che riesce in qualche modo a preservare la complessità e la freschezza.

Ogni singola annata esprime l’inconfondibile carattere del Masseto, ma con un’interpretazione leggermente diversa
– proprio come un capolavoro della musica suona in maniera diversa a seconda dell’artista che lo interpreta.

Il Massetino

Il Massetino è il “second vin”, che nasce dalla selezione realizzata per Masseto, il fratello maggiore con cui condivide l’identità.

Dalla nascita di Masseto, è stata sempre eseguita una selezione estremamente rigorosa delle uve per garantire la miglior qualità possibile. Nel 2017 i vini ottenuti da alcune parcelle di Merlot e Cabernet Franc, recentemente ripiantate e ora delimitate da un maestoso muro a secco, sono stati presi in considerazione per Masseto. Alcune parcelle, però, non avevano ancora sviluppato abbastanza carattere da poter essere incluse nel Masseto, ma mostravano potenziale e personalità per creare un second vin di stampo bordolese: il Massetino.

L’annata inaugurale di Massetino è stata il 2017 che ha debuttato nel 2019, esattamente 30 anni dopo la prima annata di Masseto e nello stesso anno dell’inaugurazione della cantina Masseto. La nascita del second vin e l’apertura della cantina sono stati eventi fondamentali nella storia di Masseto e nella sua consacrazione come tenuta autonoma. La forte personalità di Massetino non sorprende in quanto condivide lo stesso DNA di Masseto. Proprio come il fratello maggiore, accosta il potere e l’opulenza alla discrezione e al classicismo.

L’annata 2018 del Massetino è stata vinificata in cemento per poi fare la malolattica in barrique (al 50% nuove) e sostare dopo l’assemblaggio per altri 3 mesi in legno. Ha profumi di ciliegia matura, di spezie, con note balsamiche e di tostatura. Al palato il vino è cremoso, con una ricca trama tannica che regala un finale ampio, intenso, fruttato e leggermente fumé.