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2017: un’annata soprendente per il Barolo

Vigneti di nebbiolo nelle Langhe

Autunno, con i suoi colori e i suoi sapori, dai funghi ai brasati, dai tartufi alle zuppe. E soprattutto con i suoi vini, molti dei quali escono in commercio proprio dopo l’estate, a iniziare dal Barolo, il “re dei vini”, di cui oggi si può assaggiare l’annata 2017.

Annate e clima

Le più famose regioni vinicole del mondo sono quelle dove, notoriamente, il clima è abbastanza caldo da consentire all’uva di raggiungere la maturazione. Con i cambiamenti climatici che portano sempre più caldo, tuttavia, questa probabilità è notevolmente aumentata , con annate da buone a ottime che ora superano in modo convincente quelle più povere. Nonostante ciò, la variazione dell’annata rimane un fattore importante nel buon vino e se si confrontano 2016, 2017 e 2018 nelle Langhe, si vedono ancora forti variazioni climatiche.

Le insidie ​​di un’annata potrebbero probabilmente essere ancora maggiori, in quanto queste regioni non sono più interessate solo da condizioni umide e più fresche, ma anche dai pericoli del caldo eccessivo e della siccità. Mentre le condizioni più calde possono influenzare drasticamente la resa e la qualità, l’annata 2017 in Piemonte sembra dimostrare che, nonostante questi rischi, le viti sono più brave a gestire il caldo.

L’annata 2017 nelle Langhe

Dopo una stagione quale la 2016 quasi perfetta in Piemonte, l’annata 2017 è stata inizialmente considerata in secondo piano. Le annate 2017 e 2018 non sono state certo così semplici. Infatti, se messe in comparazione, vedono stagioni di crescita completamente contrastanti che hanno prodotto risultati totalmente diversi, con il 2017 caldo e secco, il 2018 fresco e umido. Nonostante le preoccupazioni iniziali per il caldo del 2017, i vini, ora in bottiglia e sul mercato, sono sorprendentemente freschi, ma con un frutto ricco e concentrato.

Secondo alcuni produttori con cui abbiamo parlato, il 2017 è un’annata che quasi sfida la logica. È stata l’annata più secca mai registrata e quella più precoce nella raccolta degli ultimi cinque anni. Eppure, i vini sono sorprendentemente vivaci, freschi e ancora introversi: l’opposto di quello che ti aspetteresti da un’annata torrida. Dopo le nostre degustazioni, possiamo dire che i 2017 sono simili ai 2015, ma con più “energia e freschezza”, una piacevole sorpresa considerando le condizioni calde e secche dell’anno.

La nostra selezione

Oggi vi proponiamo 4 vini, tutti da vigneto singolo, che abbiamo selezionato per rappresentare al meglio le potenzialità dell’annata 2017:

  • Vietti, Lazzarito. Uve provenienti dal vigneto singolo Lazzarito di Serralunga d’Alba, con circa 4.500 piante per ettaro ed età media di 38 anni. Lazzarito è un favoloso appezzamento ad anfiteatro con esposizione sud-ovest, con terreno calcareo-argilloso. La superficie di Vietti è di circa 2 ettari. Al naso è affascinante e profondo. Si percepiscono note di fieno, erba tagliata, tabacco, pepe bianco e menta selvatica. Al palato si presenta robusto, muscoloso, con un finale teso e minerale. Il tannino è quello tipico di Serralunga, angolare, austero e molto profondo. Piacevole la persistenza dolce sul finale.
  • Giacomo Conterno, Cascina Francia. Giacomo Conterno è considerato il padre dello stile classico (tradizionale) del Barolo. Le uve subiscono lunghi periodi di macerazione e vengono affinate in grandi botti di rovere di Slavonia. Al naso il 2017 è un po’ timido in questa fase, ma con un po’ di ossigenazione mostra bellissimi aromi di frutta matura, dal rosso scuro al nero, liquirizia, mentolo e un tocco di tabacco, spezie, scorza d’arancia e balsamico. Ha un tono profondo e fresco, con frutta dolce e matura ma in generale nessun segno di un’annata calda.
  • Elio Grasso, Ginestra Casa Matè. Da un vigneto di Monforte d’Alba con piante di oltre 40 anni. La vinificazione del Barolo Ginestra Casa Matè prevede la fermentazione alcolica in serbatoi d’acciaio inox a temperatura controllata, con rimontaggi giornalieri. Effettuata la fermentazione malolattica, il vino si affina in botti di rovere di Slavonia da 25 ettolitri. Dopo l’imbottigliamento, normalmente in agosto, riposa in cantina per 8-10 mesi prima di essere commercializzato. Questo Barolo offre una complessità caleidoscopica, è concentrato ed ha un potenziale di lunga durata, che sono i tratti distintivi delle grandi annate.
  • E.Pira – Chiara Boschis, Mosconi. Rosso granato tenue con riflessi violacei, è un Barolo che ti conquista subito. Tabacco, affumicatura di legna, cannella, cardamomo e pepe nero appena macinato si uniscono a lamponi selvatici, amarene, datteri e fichi. Nobile cioccolato amaro, liquirizia e sentori di tè Assam gli conferiscono ulteriore profondità. Erbe mediterranee come rosmarino e timo donano un tocco rinfrescante. Al palato è presente frutta scura, le note fruttate del naso sono sempre più unite da more, prugne e prugnole, avvolte da un tannino maturo e allo stesso tempo giovanile e da un’acidità estremamente corroborante. Un Barolo molto coerente, che ha un fantastico potenziale di invecchiamento e dispiegherà il suo pieno splendore con un po’ di pazienza e maturazione in cantina.

Nella nostra enoteca e nello shop on-line dopo l’estate abbiamo via via inserito le referenze man mano che si sono ricevute le consegne da parte delle aziende. Il panorama del Barolo 2017 è quasi completo, ma contattateci o veniteci a trovare se siete alla ricerca di qualche etichetta.