SPEDIZIONI VELOCI in 24 ore dall'ordine - CONSEGNA GRATUITA per ordini sopra 69 €
Vini

Metodo Champenoise e Charmat: qual è la differenza?

metodo champenoise e charmat

Il mondo delle bollicine riesce sempre a stupirci con la varietà dei termini che usa per definire non solo i tipi di vini ma anche i metodi di produzione. 

 

Se non ti è ben chiara la differenza tra metodo champenoise e charmat, qui la spieghiamo in modo abbastanza dettagliato ma non troppo tecnico, in modo da accontentare tutti i palati… proprio come le bollicine! 

Qual è la differenza tra metodo Champenoise e Charmat? 

La differenza principale tra metodo champenoise e charmat è la seconda fermentazione, quella che genera lo sviluppo di anidride carbonica e quindi le ben note bollicine. 

Infatti, mentre per il metodo charmat la spumantizzazione avviene in autoclave, per gli champagne è in bottiglia. In sostanza, il prosecco (prodotto con metodo charmat) è pronto per essere bevuto non appena viene imbottigliato. 

Cos’è il metodo charmat 

C’è qualcuno che lo chiama ancora metodo Martinotti, dal nome di Federico Martinotti, l’inventore del procedimento teorico. Eugène Charmat invece è colui che ha brevettato gli strumenti per creare per la prima volta in modo seriale vini bianchi dotati di bollicine.  

Comunque lo si chiami, il concetto è sempre quello: dopo aver prodotto un vino bianco fermo lo si fa fermentare con lieviti e zucchero in autoclavi d’acciaio in grado di controllare la temperatura e la pressione.  

Questa fase può durare fino a sei mesi e funziona come la lievitazione del pane: i lieviti si nutrono di zuccheri e ci consegnano alcool e anidride carbonica. 

Cos’è il metodo champenoise 

Oltre alla fermentazione in bottiglia orizzontale per almeno due anni, il metodo champenoise prevede molti più passaggi rispetto al Charmat: non per niente offre dei vini molto più strutturati e ricchi, con un perlage più persistente. 

Lo chiamano anche Metodo Classico, o Metodo Crémant, quando si applica ai vini francesi che non appartengono alla regione dello Champagne.

Possiamo sintetizzarlo così: 

  • Primo imbottigliamento
  • Remuage: le bottiglie vengono inclinate in modo che i residui del processo di fermentazione tendono a depositarsi nel collo.  
  • Sboccatura: in un procedimento specifico il collo viene congelato, la bottiglia viene stappata e i residui della fermentazione, ghiacciati, vengono rimossi. 
  • Dosaggio: a questo punto si aggiunge una miscela di zuccheri e vino a completamento della nuova bottiglia 
  • Tappaggio della bottiglia. 

Un altro modo per classificare gli spumanti: lo zucchero 

Devi sapere a questo punto che Metodo Champenoise e Charmat non sono l’unica classificazione disponibile per le bollicine. 

Anche la quantità di residuo zuccherino è determinante. 

Partendo dai vini senza zuccheri aggiunti durante il dosaggio, per arrivare a quelli più zuccherini, ecco l’elenco: 

 

 – Pas dosé o dosaggio zero o nature: zucchero <1 grammo/litro. Ad esempio, lo Champagne Blanc de Blancs Nature Laherte Fréres

 – Brut nature: zucchero <3 gr/l, come lo Champagne Les Murgiers Brut Nature Francis Boulard

 – Extra brut: zucchero < 6 gr/l. Ad esempio, lo Champagne Cuvée Solessence Extra Brut J-M Seleque.  

 – Brut: zucchero < 15 gr/l. Come un semplice ma ottimo Cuvèe Black Spumante Brut La Bollina.

 – Extra dry: zucchero tra i 12 e i 20 gr/l

 – Dry: zucchero tra i 18 e i 35 gr/l 

 – Demi sec: zucchero compreso tra 33 e 50 gr/l 

 – Doux: zucchero > 50 gr/l.

Benvenuto/a nel grande mondo degli spumanti!